Analisi dell’area di intervento e del sistema vincolistico

In forza dell’importanza strategica che il lotto di intervento riveste per l'intera cittadina di Milazzo, l'analisi dello “stato di fatto” non può limitarsi all’area di sedime, ma deve dilatarsi ad abbracciare le molteplici relazioni ed emergenze contestuali del paesaggio “denso” e articolato in cui la stessa è immersa.

Le strategie di analisi e di intervento vanno dunque verificate alle diverse scale del paesaggio, del territorio e della città.

Alla scala paesaggistica, infatti, la vivacità urbana della cittadina si estende fino al promontorio e all’area SIC “ITA030032 Capo Milazzo”, che lo impreziosisce; per poi immergersi nella suggestiva aura del mito. La Grotta di Polifemo, le prospicienti Isole Eolie, il vicino paesaggio dello Stretto, la presenza costante dell’Etna, e tutte le altre emergenze storico-culturali e naturalistiche del circondario, dal Castello a Monte Trino, costituiscono una dorsale di punti significativi che connota e struttura il paesaggio circostante, distendendosi dall’estremità del Capo fino alle aree periferiche e alla Piana di Milazzo, dove appunto si inserisce anche la nuova infrastruttura del Parco tra i Mari.

Alla scala urbanistica, la posizione nodale dell’area rispetto alle principali arterie cittadine, ai nodi ferroviari e autostradali, assegna alla stessa il ruolo di una naturale “porta” di accesso alla penisola mamertina o (in uscita) al territorio stesso, anche grazie agli imponenti flussi turistici da e verso le Isole Eolie.

Alla scala urbana è certamente la vicinanza al complesso della Montecatini (destinato a futura riqualificazione) ad introdurre ulteriori suggestioni progettuali, unitamente alla forte relazione con le richiamate attività portuali e urbane del vicino centro storico, che devono essere riammagliate e reinserite nel più generale processo di riqualificazione urbana e ambientale in atto nella cittadina.

Rilevante appare, segnalare che l’intero lotto di intervento ricade in un’area di interesse archeologico, ai sensi dell’art.142, c.1, lett. M; area che ha già restituito ad oggi una notevole quantità di reperti archeologici in zone molto prossime a quella di intervento.

 

 

Analisi dell’area di intervento

Il comparto di intervento, esteso circa 27.000,00 mq è contraddistinto da una situazione estremamente pianeggiante, caratterizzata dalla perfetta orizzontalità del vecchio piano del ferro oramai in disuso, e dalla importante preesistenza della Stazione vecchia.

Da un punto di vista urbano, il lotto ricade in un’area di margine, decisamente antropizzata, caratterizzata dal suo lieve distaccarsi in altezza dai tracciati stradali circostanti e dalla presenza vicina e importante dei valori paesaggistici della Piana di Milazzo.

Analisi dell’area di intervento e del sistema vincolistico

In forza dell’importanza strategica che il lotto di intervento riveste per l'intera cittadina di Milazzo, l'analisi dello “stato di fatto” non può limitarsi all’area di sedime, ma deve dilatarsi ad abbracciare le molteplici relazioni ed emergenze contestuali del paesaggio “denso” e articolato in cui la stessa è immersa.

Le strategie di analisi e di intervento vanno dunque verificate alle diverse scale del paesaggio, del territorio e della città.

Alla scala paesaggistica, infatti, la vivacità urbana della cittadina si estende fino al promontorio e all’area SIC “ITA030032 Capo Milazzo”, che lo impreziosisce; per poi immergersi nella suggestiva aura del mito. La Grotta di Polifemo, le prospicienti Isole Eolie, il vicino paesaggio dello Stretto, la presenza costante dell’Etna, e tutte le altre emergenze storico-culturali e naturalistiche del circondario, dal Castello a Monte Trino, costituiscono una dorsale di punti significativi che connota e struttura il paesaggio circostante, distendendosi dall’estremità del Capo fino alle aree periferiche e alla Piana di Milazzo, dove appunto si inserisce anche la nuova infrastruttura del Parco tra i Mari.

Alla scala urbanistica, la posizione nodale dell’area rispetto alle principali arterie cittadine, ai nodi ferroviari e autostradali, assegna alla stessa il ruolo di una naturale “porta” di accesso alla penisola mamertina o (in uscita) al territorio stesso, anche grazie agli imponenti flussi turistici da e verso le Isole Eolie.

Alla scala urbana è certamente la vicinanza al complesso della Montecatini (destinato a futura riqualificazione) ad introdurre ulteriori suggestioni progettuali, unitamente alla forte relazione con le richiamate attività portuali e urbane del vicino centro storico, che devono essere riammagliate e reinserite nel più generale processo di riqualificazione urbana e ambientale in atto nella cittadina.

Rilevante appare, segnalare che l’intero lotto di intervento ricade in un’area di interesse archeologico, ai sensi dell’art.142, c.1, lett. M; area che ha già restituito ad oggi una notevole quantità di reperti archeologici in zone molto prossime a quella di intervento.

 

 

Analisi dell’area di intervento

Il comparto di intervento, esteso circa 27.000,00 mq è contraddistinto da una situazione estremamente pianeggiante, caratterizzata dalla perfetta orizzontalità del vecchio piano del ferro oramai in disuso, e dalla importante preesistenza della Stazione vecchia.

Da un punto di vista urbano, il lotto ricade in un’area di margine, decisamente antropizzata, caratterizzata dal suo lieve distaccarsi in altezza dai tracciati stradali circostanti e dalla presenza vicina e importante dei valori paesaggistici della Piana di Milazzo.

Analisi dell’area di intervento e del sistema vincolistico

In forza dell’importanza strategica che il lotto di intervento riveste per l'intera cittadina di Milazzo, l'analisi dello “stato di fatto” non può limitarsi all’area di sedime, ma deve dilatarsi ad abbracciare le molteplici relazioni ed emergenze contestuali del paesaggio “denso” e articolato in cui la stessa è immersa.

Le strategie di analisi e di intervento vanno dunque verificate alle diverse scale del paesaggio, del territorio e della città.

Alla scala paesaggistica, infatti, la vivacità urbana della cittadina si estende fino al promontorio e all’area SIC “ITA030032 Capo Milazzo”, che lo impreziosisce; per poi immergersi nella suggestiva aura del mito. La Grotta di Polifemo, le prospicienti Isole Eolie, il vicino paesaggio dello Stretto, la presenza costante dell’Etna, e tutte le altre emergenze storico-culturali e naturalistiche del circondario, dal Castello a Monte Trino, costituiscono una dorsale di punti significativi che connota e struttura il paesaggio circostante, distendendosi dall’estremità del Capo fino alle aree periferiche e alla Piana di Milazzo, dove appunto si inserisce anche la nuova infrastruttura del Parco tra i Mari.

Alla scala urbanistica, la posizione nodale dell’area rispetto alle principali arterie cittadine, ai nodi ferroviari e autostradali, assegna alla stessa il ruolo di una naturale “porta” di accesso alla penisola mamertina o (in uscita) al territorio stesso, anche grazie agli imponenti flussi turistici da e verso le Isole Eolie.

Alla scala urbana è certamente la vicinanza al complesso della Montecatini (destinato a futura riqualificazione) ad introdurre ulteriori suggestioni progettuali, unitamente alla forte relazione con le richiamate attività portuali e urbane del vicino centro storico, che devono essere riammagliate e reinserite nel più generale processo di riqualificazione urbana e ambientale in atto nella cittadina.

Rilevante appare, segnalare che l’intero lotto di intervento ricade in un’area di interesse archeologico, ai sensi dell’art.142, c.1, lett. M; area che ha già restituito ad oggi una notevole quantità di reperti archeologici in zone molto prossime a quella di intervento.

 

 

Analisi dell’area di intervento

Il comparto di intervento, esteso circa 27.000,00 mq è contraddistinto da una situazione estremamente pianeggiante, caratterizzata dalla perfetta orizzontalità del vecchio piano del ferro oramai in disuso, e dalla importante preesistenza della Stazione vecchia.

Da un punto di vista urbano, il lotto ricade in un’area di margine, decisamente antropizzata, caratterizzata dal suo lieve distaccarsi in altezza dai tracciati stradali circostanti e dalla presenza vicina e importante dei valori paesaggistici della Piana di Milazzo.

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CONTATTI

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Innovazione Architettonica e Riqualificazione Urbana Siciliana

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Via Spiaggia di Ponente 6

98057 - Milazzo (ME) - Italia

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Parco tra i mari

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ANNO:

LUOGO:

PROGETTO:

CLIENTE:

SUPERFICIE:

2020

Milazzo

Casa Mediterranea nell'area del Mito

Privato

250 mq

Analisi dell’area di intervento e del sistema vincolistico

In forza dell’importanza strategica che il lotto di intervento riveste per l'intera cittadina di Milazzo, l'analisi dello “stato di fatto” non può limitarsi all’area di sedime, ma deve dilatarsi ad abbracciare le molteplici relazioni ed emergenze contestuali del paesaggio “denso” e articolato in cui la stessa è immersa.

Le strategie di analisi e di intervento vanno dunque verificate alle diverse scale del paesaggio, del territorio e della città.

Alla scala paesaggistica, infatti, la vivacità urbana della cittadina si estende fino al promontorio e all’area SIC “ITA030032 Capo Milazzo”, che lo impreziosisce; per poi immergersi nella suggestiva aura del mito. La Grotta di Polifemo, le prospicienti Isole Eolie, il vicino paesaggio dello Stretto, la presenza costante dell’Etna, e tutte le altre emergenze storico-culturali e naturalistiche del circondario, dal Castello a Monte Trino, costituiscono una dorsale di punti significativi che connota e struttura il paesaggio circostante, distendendosi dall’estremità del Capo fino alle aree periferiche e alla Piana di Milazzo, dove appunto si inserisce anche la nuova infrastruttura del Parco tra i Mari.

Alla scala urbanistica, la posizione nodale dell’area rispetto alle principali arterie cittadine, ai nodi ferroviari e autostradali, assegna alla stessa il ruolo di una naturale “porta” di accesso alla penisola mamertina o (in uscita) al territorio stesso, anche grazie agli imponenti flussi turistici da e verso le Isole Eolie.

Alla scala urbana è certamente la vicinanza al complesso della Montecatini (destinato a futura riqualificazione) ad introdurre ulteriori suggestioni progettuali, unitamente alla forte relazione con le richiamate attività portuali e urbane del vicino centro storico, che devono essere riammagliate e reinserite nel più generale processo di riqualificazione urbana e ambientale in atto nella cittadina.

Rilevante appare, segnalare che l’intero lotto di intervento ricade in un’area di interesse archeologico, ai sensi dell’art.142, c.1, lett. M; area che ha già restituito ad oggi una notevole quantità di reperti archeologici in zone molto prossime a quella di intervento.

 

 

Analisi dell’area di intervento

Il comparto di intervento, esteso circa 27.000,00 mq è contraddistinto da una situazione estremamente pianeggiante, caratterizzata dalla perfetta orizzontalità del vecchio piano del ferro oramai in disuso, e dalla importante preesistenza della Stazione vecchia.

Da un punto di vista urbano, il lotto ricade in un’area di margine, decisamente antropizzata, caratterizzata dal suo lieve distaccarsi in altezza dai tracciati stradali circostanti e dalla presenza vicina e importante dei valori paesaggistici della Piana di Milazzo.

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Descrizione del contesto urbano
Dal punto di vista edilizio-urbanistico il paesaggio è caratterizzato da un’edificazione mista. Ci troviamo in una zona della città che fino agli anni Sessanta era da considerarsi decisamente periferica. Ad oggi questa zona presenta sia fabbricati di nuova edificazione sia alcuni corpi di fattura meno recente, rimasti inglobati nel tessuto della città in espansione. Il tessuto urbano che si presenta oggi è erede del Piano Regolatore di Ampliamento della città di Milazzo del 1895, approvato dal sindaco Antonio Cumbo Borgia.

Il Piano Cumbo prevedeva una zona di espansione alla moderna con i tipici isolati regolari posti a scacchiera in direzione del porto e della stazione ferroviaria, realizzata nel 1889 e inaugurata l’anno successivo.

Gli elementi di nuova edificazione si collocano all’interno del tessuto definendo una maglia regolare tipica delle zone di espansione delle città contemporanee, con diverse elevazioni fuori terra, dovute alle previsioni di piano.

In adiacenza all’area di intervento, particolare importanza rivestono i corpi di fabbrica della ex Montecatini, ormai in abbandono. Essi si stagliano lungo il perimetro ovest dell’are di intervento costruendo, con la sua imponente decadenza, una quinta, una scenografia del progetto stesso.
 

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Descrizione dei materiali

La struttura è realizzata in muratura portante, in particolare, a una prima analisi, in mattoni pieni in laterizio, ma comprendere l’esatta consistenza delle murature, sono da prevedere indagini in sito accurate. I solai e le coperture sono realizzati con sistemi in legno, con orditure di travi principali e secondarie. Le coperture sono rivestite da un sistema di tegole, mentre nel corpo a sud la copertura originaria non è presente, sostituita da una terrazza praticabile realizzata con soletta di cemento armato. Gli interni del piano terra sono controsoffittati con antiche voltine, realizzate con una struttura di travetti a coda di rondine su cui era fissato il cannucciato e infine rivestito con intonaco di gesso. Degli infissi originali oggi non rimane traccia, in quanto gli stessi sono stati murati in tempi recenti, rimangono le cornici, realizzate in biocalcarenite e rivestite da intonaco.

Dai degradi presenti sui fronti esterni è possibile individuare almeno due diversi strati di intonaco cementizio, realizzati con inerti a granulometrie differenti, oltre a diversi strati di coloriture. Sul fronte prospicente ai binari è presente una pensilina in ferro, che un tempo consentiva il riparo dei passeggeri in attesa. Quest’ultima è considerata un elemento di pregio grazie agli elementi che la costituiscono, riccamente lavorati in stile liberty.

 

Premessa agli interventi progettuali

Dal punto di vista compositivo, l’intervento è sostanzialmente riconducibile a tre temi autonomamente individuabili:

-        il restauro/ristrutturazione della Stazione vecchia;

-        il sistema dei nuovi blocchi edilizi, relativi ai servizi e ai parcheggi posti su via Acqueviole;

-        il Parco.

Questi tre grandi contenitori, nel dialogo fra le richiamate questioni urbane, architettoniche e paesaggistiche, permettono di delineare una casistica di ulteriori temi e articolazioni funzionali che in parte si sovrappongono e interagiscono, come di seguito riassunte.

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Il restauro/ristrutturazione della Stazione vecchia


PNella scelta degli interventi rimangono ben saldi i principi del restauro contemporaneo: adattabilità, distinguibilità della materia storica dalle integrazioni di nuova fattura, compatibilità tra materiali e sistemi strutturali, reversibilità.  Ricordiamo che il primo modo per far si che un manufatto storico non ricada presto nel degrado, insieme ad a un adeguato programma di manutenzione, è la sua stessa utilizzazione. L’obiettivo finale, dunque, sarà ridare una nuova vita a questa architettura attraverso un programma di rifunzionalizzazione.

Demolizione delle superfetazioni, corpi adiacenti realizzati con struttura in c.a.

Particolare attenzione verrà rivolta al recupero e alla valorizzazione delle antiche tracce superstiti, come i rivestimenti lapidei in grigio/rosso S. Marco, tipico del messinese, alla integrazione/risarcimento della pavimentazione mancante, al recupero, dove possibile, delle soglie di marmo, previa eventuale reintegrazione.

Per quanto riguarda gli interventi di consolidamento strutturale, si interviene attraverso la rimozione e reintegrazione di catene e capochiave, con l’aggiunta di due nuove catene oltre quelle esistenti, e l’inserimento di un cordolo in muratura armata opportunamente mascherato.

Gli interventi per il miglioramento delle caratteristiche meccaniche delle murature esistenti e del loro mutuo ammorsamento, come prima illustrato, si compiono con l’inserimento di fibrorinforzi mediante connettori e reti in fibra di PBO ed intonaci fibrorinforzati. Sono da prevedere iniezioni di malta per quei paramenti che da un’analisi più approfondita (Endoscopie) risultano avere molti vuoti o malte incoerenti.

Per quanto riguarda il solaio del primo impalcato, è possibile notare che risulta crollato in più punti, le parti rimanenti sono soggette a imbarcamento e le travi di orditura sono soggette a marcescenza, oltre ad essere state intaccate dall’incendio già citato.

Si prevede per tanto il totale demolizione e ripristino della struttura, realizzando un sistema di doppia altezza, che consente l’affaccio sull’atrio di ingresso. Si propone un solaio leggero realizzato con travi di legno lamellare incollato con profili 16 x 24, 14x16 e tavolato in legno di spessore 20 mm.

Sarà presente un collegamento intermedio, con affaccio sulla doppia altezza, in carpenteria metallica formato dai profili UPN260 e IPE160 e sorretto al piano inferiore da quattro colonne metalliche.

Al fine di rispondere alle esigenze architettoniche di un ingresso a doppia altezza, si si propone un sistema di controventi di piano costituiti da elementi in legno lamellare posti in continuità con il solaio di piano a formare una intelaiatura e diagonali realizzate con funi o tondini in acciaio.

Per consentire una fruizione ottimale dell’edificio e la conseguente rifunzionalizzazione si ritiene necessario effettuare l’apertura di varchi tra i locali che compongono la struttura, intervenendo con l’inserimento di cerchiature costituite da cordolo in c.a. alla base e un doppio sistema di profili HEA200.

Nel blocco sud, è presente un solaio in c.a, evidente superfetazione realizzata postuma. Se ne prevede la dismissione e la reintegrazione,

I sistemi di copertura del blocco centrale e del secondo corpo più basso presentano crolli importanti, risulta anche in questo caso impossibile prevederne il recupero. Il tetto verrà ricostruito in legno lamellare mediante capriate e travi principali su cui verranno poste gli elementi secondari al fine di ricostituire architettonicamente la tipologia del tetto presente allo stato di fatto, completato con un tavolato ligneo, impermeabilizzazione, isolamento termo- acustico e manto di copertura finale, tranne una porzione che sarà chiusa a vetri.

Ai fini della massima integrazione architettonica, è prevista una soluzione con pannelli fotovoltaici vetro-vetro trasparenti, che consentono l’illuminazione diretta del grande spazio centrale, nuovo cuore a doppia altezza del manufatto riqualificato.

Il sistema di copertura vetrato sarà realizzato con pannelli fotovoltaici trasparenti (con tecnologia a gel di silicio o a base organica): innovativi pannelli costruiti con materiali plastici o vetrosi e hanno la particolarità di far filtrare la luce naturale del sole attraverso la loro superficie, con diversi gradi di trasparenza e quindi illuminare l’edificio sui quali sono installati – pur incamerandola per produrre energia. I moduli fotovoltaici trasparenti rappresentano l’ultima frontiera dell’innovazione tecnologica nel campo della Green Economy ed hanno il pregio di unire la produzione di energia pulita alla bellezza della integrazione architettonica.

Tutti i sistemi di travi in e tiranti sono connessi da nodi a secco, realizzati con piastre metalliche ancorate o imbullonate, garantendo quindi la completa reversibilità dell’intervento.
 

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Il sistema dei nuovi blocchi edilizi, nuovo fronte su via Acqueviole

La nuova infrastruttura di servizi definisce il fronte urbano su via Acqueviole, articolandosi in una sequenza di quattro corpi di fabbrica ad altezze variabili e crescenti o, se si preferisce la lettura “inversa”, progressivamente digradante in direzione della periferia e della Piana.

Da nord, il primo corpo funzionale, in realtà definito da due edifici collegati da ampie passerelle vetrate, è contrassegnato da una grande vela inclinata. Questo edificio, da Piazza Marconi mostra l’internità di un grande spazio dedicato ad auditorium/sala conferenza, che appare sospesa su un piano d’acqua. Il piano terra è attrezzato come una grande piazza coperta e si definisce come un prolungamento dello spazio pubblico della adiacente Piazza Marconi; risulta caratterizzato da ampi piani d’acqua e luoghi di sosta dedicati alla cittadinanza, ed è arricchito da attività commerciali. La porzione più a sud accoglie anche lo spazio per i mezzi pubblici e i taxi.

La sala auditorium, che può ospitare fino a circa 180 posti, e raggiungibile da una rampa inclinata adatta per diversamente abili e da un gruppo di scale e ascensori posti in una corte interna, attorno cui si sviluppa la rimanente parte del corpo di fabbrica, su due livelli. Al primo di questi livelli si colloca il foyer, il blocco servizi e uno spazio polifunzionale per attività culturali di vario tipo, espositive e/o performative, e a disposizione della cittadinanza, che si estendono anche al piano superiore.

Le coperture di entrambi i corpi ospitano un congruo sistema di fotovoltaico, in grado di assicurare la sostenibilità energetica dell’intero parco e dei suoi servizi. Inoltre, si prevede la raccolta dell’acqua di copertura ai fini del risparmio idrico e per l’irrigazione del verde.

 

Il secondo e il terzo corpo, rispettivamente con due e un piano soprastante, ospitano gli spazi dedicati al parcheggio, serviti da sistemi di rampe e gruppi ascensore/scale autonomi. In copertura viene ospitato parte del fotovoltaico e un tetto giardino, caratterizzato da una piantumazione a sedum. La minore altezza del piano terra del terzo corpo, dedicato solo a parco macchine, prosegue la progressiva riduzione in altezza dei corpi di fabbrica.

 

Il quarto ed ultimo corpo, dall’andamento triangolare, arretrato rispetto al filo strada per lasciar posto al ventilato punto di arrivo e sbarco del percorso ferrato è definito da un piano inclinato di raccordo fra il giardino e la copertura, sotto il quale trova posto un antiquarium dedicato ai ritrovamenti archeologici del circondario e un sottostante piano deposito e laboratori, in sostituzione del deposito temporaneo oggi presente dentro una delle superfetazioni della vecchia Stazione.

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Il Parco tra i Mari

Dal punto di vista vegetazionale, l’ecosistema ipotizzato per il Parco tra i Mari appartiene alla “Macchia Mediterranea”, ed è composto da tipologie di “paesaggi” cangianti al variare delle stagioni, i cui cromatismi organizzano un ricercato percorso percettivo al variare delle stagioni, che diventerà l’elemento di caratterizzazione visiva dell’infrastruttura verde.

Le due tipologie di “paesaggi” cangianti sono riassumibili:

-        nel sistema di tetti giardino a basso impatto manutentivo e di irrigazione;

-        nel “Parco diffuso” composto da varietà di alberi ad alto e medio fusto.

A titolo esemplificativo, e non esaustivo, fra le specie arboree selezionate per il Parco diffuso si trovano alberi come l’Olmo, il Carrubbo, il Mardorlo e l’Olivo come alberi ad alto e medio fusto oltre alla creazione di due distinte zone con agrumi; mentre la parte vegetazionale più sottomessa è riservata ad arbusti che caratterizzano le nostre costiere ma anche colline, come la ginestra, il caprifoglio ma anche piante odorose come la lavanda e il rosmarino, e per finire, ma non meno importante il Gelsomino spagnolo, essenza arborea che da tempi remoti caratterizzato i territori della Piana, quelli che erano i giardini di “Federico II”.

Il tetto verde composto da Sedum, oltre ai molteplici vantaggi in termini di sostenibilità e salvaguardia di ecosistemi contribuisce in maniera significante al miglioramento del microclima andando a dissipare le isole di calore tipiche dei centri urbani.

Il nuovo Parco tra i Mari è articolato anche da una sequenza di episodi spaziali e paesaggistici che trovano inizio nella riqualificata Stazione vecchia a nord, e si concludono nella collina artificiale e nei piani d’acqua che definiscono la sua conclusione a sud.

Questi episodi sono abbracciati e ricomposti dai morbidi piani inclinati e/o gradonati del verde e dai percorsi che lo riammagliano, sia “aerei” (i ponti/attraversamenti trasversali di futuro collegamento con la Montevìcatini) che “terrestri” (i percorsi natura e di distribuzione alle varie attività).

La realizzazione delle colline artificiali spinge/prolunga il verde del parco fin dentro e sopra gli edifici, fino al sistema di tetti giardino, definendo un unicum paesaggistico.

L’esperienza sensoriale del parco si arricchisce anche della presenza costante dell’acqua e di un meccanismo di irrigazione per aspersione che, utilizzando l’acqua di raccolta delle coperture, contribuirà a creare delle condizioni di microclima adatte ad un parco urbano anche durante il torrido periodo estivo, regalando spazi di frescura ai suoi fruitori.

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