P.zza V. Veneto_Tropea

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2010
Riqualificazione urbana a Tropea
Arch. Giovanni Fiamingo (capogruppo)
con arch. Carla Martire, agr. Roberta Andaloro, ric. Laura Andaloro
coll.: Vito La Spina, Maria Chiappalone


METODOLOGIA PROGETTUALE
Un moderno progetto di riqualificazione urbana non deve limitarsi a coincidere con un mero aggiornamento funzionale e/o tecnologico; e neppure con una acritica adesione a fascinosi concetti di sostenibilità, spesso rivolti esclusivamente al raggiungimento di standard e parametri ministeriali quasi sempre sradicati dalle realtà dei contesti indagati.
Il progetto moderno, invece, deve misurarsi con lo spessore e la profondità dei fatti urbani analizzati, con la loro specificità: e nel caso di Piazza Vittorio Veneto, Viale Stazione e tratti adiacenti, deve essere capace di tener conto anche dello straordinario paesaggio che "circonda" la cittadina di Tropea.

Quello che proporremo, dunque, sarà un progetto paesaggistico: ma in un'accezione particolare, inconsueta. Ci appoggeremo ad un concetto di paesaggio multiplo e stratificato: che non si limita a considerare tale solo la cosiddetta "verdura" e la Natura propriamente detta. Siamo da lungo tempo consapevoli che dentro la Natura si inscrivono anche i paesaggi culturali che spesso caratterizzano pienamente, e in profondità, i luoghi naturali. Per esempio, basti pensare a Pentedattilo, e la sua mano di pietra, o a Riace, cittadina universalmente nota grazie a qualcosa che non c'è: presenza/assenza dei Bronzi.
Ne consegue che, in un moderno e consapevole progetto di paesaggio, si deve operare simultaneamente almeno su tre livelli di paesaggio, tutti capaci di dialogare e interagire nella definizione dei fatti architettonici:
il paesaggio specifico della realtà investigata, con le sue precise problematiche, con le sue necessità funzionali: Piazza Vittorio Veneto, ad esempio, si presenta più come una "rotatoria" che come un reale luogo di incontro e relazione per i cittadini.
Il paesaggio culturale/naturale, che aleggia e si estende ben oltre i limiti circoscritti dell'area d'intervento: ci riferiamo alle origini mitiche di Tropea, che vogliono la cittadina fondata da Ercole; allo straordinario rapporto paesaggistico; alla forte presenza del mare; alla Costa degli Dei; ai trascorsi marinari della cittadina. Ad esempio, il moderno porto turistico di Tropea è uno dei cinque porti d'Ercole, per via della leggenda summenzionata.
Il paesaggio ideale in cui si inscrive la specifica vocazione dei fatti urbani: nel nostro caso una piazza che, pur nella semplicità e sobrietà di un apparato architettonico povero, mantiene intatto il fascino di una tradizione "metafisica" e tutta italiana dello spazio pubblico.

IL CONCEPT
Piazza Vittorio Veneto rappresenta un luogo aggregativo fondamentale per gli abitanti di Tropea: si presenta come uno spazio singolarmente ampio nel fitto tessuto urbano, delimitato da edifici eterogenei.
La qualità urbana della piazza risulta fortemente caratterizzata dai sistemi laterali di pertinenze degli spazi commerciali (Dehors) e da quelli centrali delle aiuole e del Monumento dei Caduti, che disgregano sia fisicamente che idealmente l'unità della Piazza, ridotta quasi a una rotatoria pedonale e carrabile.
Il progetto si occupa prioritariamente di riconquistarne l'unità e la centralità architettonica: la prima operazione effettuata è stata infatti la riunificazione fisica del comparto d'intervento, grazie ad un unico parterre lapideo che si estende ad incorporare anche gli spazi residuali adiacenti la piazza.
Allo scopo di eliminare l'attuale effetto rotatoria, invece, il monumento ai caduti viene decentrato e posto in prossimità dell'angolo con il Viale Stazione, mentre longitudinalmente (e a circa 4mt dalle facciate) vengono inserite due pensiline, con funzioni di portico e ombraio, e aventi lo scopo di caratterizzare la sezione urbana, riorganizzarne l'assetto funzionale e restituire un'immagine unitaria della piazza.
Lo spazio filtro compreso fra le facciate e le pensiline continuerà ad essere destinato al servizio delle attività commerciali della piazza, che risulteranno "ordinate" è riunificate dalle stesse.
Le pensiline definiranno i margini architettonici della piazza e saranno esclusivamente dedicate ai pedoni: esse ospiteranno piccoli luoghi di sosta e di svago.
In relazione alla particolare esposizione, le pensiline si differenzieranno: quella posta a nord, colpita dalla calda luce proveniente da sud, sarà dedicata alla produzione di frescura e di luoghi d'ombra e, piegandosi per ricevere meglio i raggi solari, ospiterà una dotazione di pannelli fotovoltaici capaci di produrre l'energia sufficiente ad alimentare la piazza e le zone limitrofe.
La pensilina posta a sud, abbracciata dall'ombra dei palazzi retrostanti, si renderà più permeabile all'attraversamento dei raggi solari: realizzerà, in sostanza, un ombraio che, unito alla frescura delle piantumazioni arboree poste su questo fianco della piazza, a rinforzo di quelle già esistenti, permetterà una diversa qualità ambientale, arricchendo i luoghi di sosta dell'intera piazza. Sarà così possibile, al variare delle stagioni e dell'intensità del sole, trovare un luogo sempre adeguato ed accogliente, più o meno soleggiato, dove poter sostare.
Da un punto di vista strettamente architettonico, le due pensiline vogliono evocare ritmi e suggestioni già presenti e radicati nella tradizione storica della cittadina: la pensilina ombraio, oltre a filtrare e ordinare le attività commerciali e i flussi pedonali, si offre come una gigantesca ossatura navale, presso cui trovare riparo, cui fa da controcanto il prospiciente sistema di pieghe e di vele della pensilina portico.

SCELTE PROGETTUALI E DISTRIBUTIVE
Poche, dunque, le variazioni funzionali e distributive apportate: eccezion fatta per la delocalizzazione del monumento ai caduti e l'eliminazione dell'effetto rotatoria (e del conseguente uso a parcheggio di Piazza Vittorio Veneto), la nuova ridefinizione dell'invaso della piazza attraverso il sistema di pensiline consegue l'obiettivo di riguadagnare il centro di questo importante spazio di Tropea. Oltre che darsi come fondale scenico dei diversi piani funzionali della piazza (quello del sistema dei Dehors e quello dello spazio urbano vero e proprio) le pensiline accompagnano i flussi pedonali, offrendo ombra e riparo, permettono il passaggio della processione in occasione delle celebrazioni religiose, risolvono il sistema di illuminazione della piazza (incorporato nelle loro articolazioni) e quello dell'approvvigionamento energetico.
La riunificazione formale dell'invaso della piazza si accompagna ad una più generale strategia di riconnessione estesa all'intorno urbano più prossimo: l'edificio della ex Biblioteca cittadina viene così ripensato per ospitare un CAG (Centro Aggregazione Giovanile). Il suo concettuale svuotamento attraverso la mirata demolizione delle tramezzature e la riprogettazione di un involucro tecnologico, mira a creare un polo vitale decentrato rispetto alla piazza e capace di interagire con l'intero tessuto urbano. Circondato da un piano d'acqua, l'edificio e lo spazio circostante si arricchiscono di ulteriori luoghi di sosta e di svago.
La relazione visiva e fisica tra l'edificio della biblioteca e una porzione di Piazza Vittorio Veneto, passa per la ridefinizione di un modesto salto di quota e una scala di collegamento: in questo piccolo slargo, posto fra Via Carlo V e Via Edrisi, il semplice smantellamento di una esistente struttura precaria e l'inserimento di una seduta lignea e di un piano d'acqua basta a realizzare un ulteriore luogo a servizio della cittadinanza.
Nell'ottica della razionalizzazione degli spazi e delle funzioni dei tratti stradali adiacenti alla piazza si è pensato di proporre, oltre alla regolarizzazione delle sedi viarie (come per Viale Stazione) e alla previsione di idonei marciapiedi e zone pedonali, la modifica di alcuni versi di percorrenza delle strade adiacenti la nuova piazza, al fine di rendere meno congestionato il traffico della circolazione veicolare nei pressi dell'area di progetto.
Si è inoltre incrementata la dotazione cittadina di parcheggi nelle aree limitrofe a Piazza Vittorio Veneto e sul Viale Stazione.
La nuova piazza sarà invece interamente pedonale, eccezion fatta per i portatori di handicap, i mezzi di soccorso e quelli di servizio alle attività commerciali, che potranno accedere dai pressi di Via Carlo V.
I piccoli tronchi stradali adiacenti alla Piazza, inglobati nell'area progetto, allo stato attuale inibiti alla circolazione ed all'accesso, diventeranno "l'anticamera" dello spazio pubblico comune.


APPROCCIO COSTRUTTIVO/ARCHITETTONICO E MODELLI GESTIONALI
Sul piano costruttivo/architettonico si utilizzeranno tecnologie consuete e tese a ridurre l'incidenza di processi manutentivi. La tecnologia utilizzata per i modesti interventi "volumetrici" è in acciaio corten e ferro integrati da elementi in legno.
In ogni caso, il progetto aderisce alle scelte strategicamente individuate dal progetto di fattibilità, rispettando e valorizzandone le indicazioni guida, come il cunicolo multiservizi, etc.
Sul piano gestionale, parte delle opere possono essere realizzate coinvolgendo capitali privati attraverso lo strumento del project financing, capace di ridurre notevolmente l'incidenza a carico della pubblica amministrazione in simili operazioni di riqualificazione urbana.
Una riflessione a parte andrebbe fatta sull'installazione di dehors a servizio dei numerosi locali pubblici, allo scopo di incrementarne la capacità ricettività. Allo stato attuale le installazioni già presenti sembrano alimentare la disgregazione e la disorganizzazione della Piazza.
La proposta progettuale presentata vuole essere il primo passo verso l'elaborazione di un Regolamento Comunale per l'occupazione del suolo pubblico degli spazi di ristoro all'aperto (dehors) quali elemento di arredo urbano.
Le attività che insistono sulla piazza potranno, infatti avere a disposizione, oltre che il suolo pubblico sul quale disporre tavolini, delle vere e proprie strutture appositamente progettate e predisposte dall'Amministrazione Comunale che garantiscano contemporaneamente agli esercenti flessibilità funzionale e ampie possibilità di utilizzo non solo stagionale, e all'Amministrazione omogeneità formale e un più efficace controllo sul decoro dello spazio pubblico: elemento fondamentale per una cittadina come Tropea che manifesta una spiccata vocazione turistica.
L'Amministrazione Comunale potrebbe fornire ai gestori che ne faranno richiesta la concessione di occupazione del suolo pubblico compreso di dehor attrezzato, la cui costruzione e manutenzione straordinaria sarà a carico dell'Amministrazione, a condizione che il gestore si faccia carico della manutenzione ordinaria ed attrezzi l'esercizio commerciale con "Servizi di qualità" e con un'area attrezzata per la raccolta dei rifiuti (che in linea generale dovranno essere stoccati all'interno dell'esercizio fino al momento del ritiro; laddove per ragioni di spazio questo non fosse possibile, i contenitori dei rifiuti all'esterno dovranno essere integrati e coordinati con la struttura del dehor.).
Per "Servizi di qualità" si intende l'obbligo di fornire agli utenti un servizio pubblico (es. Access Point WIFI gratuito o servizi per l'infanzia all'interno dei locali).
La proposta costituisce un valido intervento a carattere sperimentale capace di produrre un forte impatto sulla organizzazione e la qualità dello spazio pubblico, in linea con molte altre Amministrazioni Comunali della Regione si stanno dotando di un regolamento simile.
In sostanza, si tratta di considerare i dehors, non più come una appendice esterna del locale commerciale ma come un fondamentale elemento di arredo urbano.

STRATEGIA PROGETTUALE/SOSTENIBILITA' E QUALITA' AMBIENTALE
Le scelte progettuali sono tutte improntate a criteri di sostenibilità energetica ed ambientale.
I materiali utilizzati nella definizione dello spazio architettonico sono: pietra lavica, legno, acciaio corten e la luce.

IL PIANO DELLA LUCE/COLORE
La luce riveste un ruolo fondamentale sin dal momento ideativo: i due portici si differenziano proprio in funzione della loro "esposizione" solare.
Ancora, la luce interviene a caratterizzare questi spazi durante le ore serali. Si prevede un piano della luce/colore capace di caratterizzare con delle dominanti cromatiche i principali luoghi dello spazio pubblico. I portici, infatti, incorporano sistemi illuminanti a basso impatto ambientale, utilizzando sorgenti luminose come lampade fluorescenti lineari, lampade a scarica e Led.
Attraverso metodologie di miscelazione additiva e sottrattiva dei colori e possibile controllare la qualità luminosa degli spazi in funzione di una dominanza di colore.
A fronte di una situazione ereditaria disorganica ed eterogenea, realizzata con interventi isolati e limitati, in relazione alle necessità contingenti ed alle disponibilità economiche, la proposta dello studio di un piano della luce/colore ha lo scopo di ottimizzare ed omogeneizzare sia gli interventi immediati che quelli futuri ed ha la caratteristica di indirizzo per i soggetti preposti alla programmazione ed alla disciplina degli interventi stessi, propedeutico per la formazione di un piano della luce esteso all'intera superficie territoriale comunale.
Considerando l'illuminazione un fatto culturale prima che tecnico, risultato dell'accostamento alla storia, alle tradizioni, ma anche all'ambiente geografico ed umano, alla vocazione socio-economica e religiosa del luogo si è pensato di valorizzare lo spazio della piazza e gli annessi sfruttando i valori cromatici della luce, per individuare e caratterizzare nel tempo e nello spazio le diverse zone funzionali della piazza e degli spazi annessi.
Tale proposta è utile quindi per garantire:
-Che tutti gli interventi che vengano eseguiti, anche se frazionati nel tempo e modesti sul piano economico, seguano una logica e risultino armonizzati con le scelte urbanistiche;
-Che la previsione globale del sistema consenta di valutare i costi di intervento e di gestione in anticipo, programmando le risorse ed evitando gli sprechi negli interventi frazionati sovrapponendo opere parziali che risulterebbero necessariamente incongruenti fra di loro.
-Che si prevedano e si disciplinino le modalità di intervento nell'esecuzione al fine di regolamentare l'inserimento nell'area.
Lo scopo è quindi quello di produrre un miglioramento nella:
-Riduzione dell'inquinamento luminoso;
-Sicurezza del traffico e delle persone;
-Migliorare l'arredo urbano;
-Produrre economia di gestione.

QUALITÀ AMBIENTALE E SCELTE VEGETAZIONALI
L'analisi delle componenti arboree già presenti nell'area di intervento e adiacenze, ha evidenziato l'esistenza di alcune incongruenze funzionali e ambientali fra le scelte vegetali operate in passato e gli effettivi caratteri urbani: fra gli esemplari di Ficus nitida (o macrocarpa) esistenti si è scelto di mantenere il filare collocato su Via Veneto, in quanto costituente un sistema ambientale già perfettamente sviluppato e consolidato, creando una condizione microclimatica compatibile con le attività commerciali esistenti; per l'esemplare isolato, invece, posto al centro della piazza, tra le due Phoenix canariensis entrambe mantenute, se ne suggerisce la rimozione per l'eccessiva invadenza dell'apparato radicale, l'abbondante ricambio fogliare e produzione di bacche (aspetti questi ultimi che richiedono una manutenzione impegnativa).
In coerenza con il concept progettuale, si propone invece la creazione di un'adeguata zona a verde a sud della piazza con la piantumazione di Citrus aurantium, agrume adatto all'ambiente urbano, che riveste non solo una valenza culturale e iconografica in relazione l'ambiente mediterraneo, ma anche un piacevole richiamo olfattivo e visivo, grazie alla fioritura profumata e la presenza dei frutti.
La presenza di due esemplari di Ceratonia siliqua nell'area adiacente la biblioteca, viene arricchita dalla piantumazione di due Chorisia speciosa, per il forte impatto visivo della fioritura nel periodo autunnale e la caducità delle foglie che richiama il susseguirsi delle stagioni, in contrapposizione al carrubo che invece è una pianta sempre verde.

COINVOLGIMENTO DI INIZIATIVE PUBBLICHE E PRIVATE
Come già anticipato nel par.4 "Approccio costruttivo/architettonico e modelli gestionali" il coinvolgimento del capitale privato può avvenire in diversi modi, tra cui con il project financing (strumento capace di ridurre notevolmente l'incidenza a carico della pubblica amministrazione).
Altro strumento fondamentale è l'utilizzo dei fondi Por, relativi alle questioni della riqualificazione urbana: una delle strategie che maggiormente si sta diffondendo nei piccoli centri della dimensione di Tropea è la realizzazione di un "centro commerciale diffuso" basato sulla mutua interazione delle attività commerciali, allo scopo di diventare polo di attrazione commerciale su una dimensione superiore a quella comunale.