Gas House

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2003
GAS-HOUSE
Arch. Giovanni Fiamingo (capogruppo)
con Antonella Romagnolo
coll.: Vincenzo Lanzetta


IL PROGETTO
Partendo dall'esplicito riferimento alla Casa di Vetro di Johnson, imposto dal bando di concorso, ci si è rivolti al programma ben più complesso messo in atto a New Canaan dallo stesso architetto (dato ignorato dal bando, che proponeva semplicisticamente il rimando all'icona della "casetta di vetro").
Il progetto propone il "rovesciamento" di tale impianto compositivo: il sistema di stanze architettoniche, frutto della decomposizione del programma abitativo operata da Johnson (che propone simultaneamente "una casa" come somma di diverse case), viene ri-addensato in un sistema fluido di spazi indipendenti (che penetra nel terreno con alcuni spazi ipogei come la stanza dello scirocco/rifugio antiatomico/grotta della meditazione e i dispositivi di raffrescamento passivi dell'aria).
Il presupposto critico alla base di quest'operazione progettuale è la constatazione (possibile oggi grazie al giusto distacco storico) che la Glass House di Johnson ripropone, in ultima istanza, i rassicuranti "contorni" della casa tradizionale, epurandoli nella tensione modernista e grazie all'uso scheerbartiano del vetro.
Nella Gas House, l'ironica sottrazione della "L"/elemento angolare (da "glass" a "gas") permette la fluidificazione gassosa del programma spaziale, che da un assetto orizzontale, di semplice appoggio sulla Linea di Terra, come nell'abitazione di New Canaan, tende ad un "equilibrio" verticale.
Una casa utopica, sostanzialmente, proiettata verso paesaggi lunari e con una chiara propensione/allusione tecnologica; composta di parti "prefabbricabili" assemblate su una ritornata verticalità compositiva.
Infatti, tale asse tensionale, fra sottosuolo, terra e cielo, consente il coinvolgimento della Linea di Terra, nella ricerca di una rinnovata simmetria fra le operazioni archetipiche fondamentali: lo "scavo" e la "costruzione", (operazioni espressive di una moderna logica di contrasti plastici, del tipo positivo/negativo; quanto evocatrici di arcaiche suggestioni, come l'erezione totemica, dove le due azioni coincidono).
In questa intersezione di spazialità moderne con condizioni archetipiche e originarie, vivere la casa coinciderà, dunque, con l'esperire suggestioni spaziali primarie: l'incasso, la sospensione, il ricovero, lo scavo/ingrottamento, il ritrovamento, l'attraversamento.

LE QUESTIONI TEORICHE SOTTESE
Più che un progetto, dunque, vi sottopongo un esercizio compositivo sul tema della casa, sul suo "profilo" concettuale.
Una riflessione sul Tipo, che implica lo "stiramento", la deformazione della rassicurante icona della domesticità: la casa implode verso il sottosuolo o esplode verso il paesaggio, configurando un sistema "newtoniano" di masse architettoniche autonome ma relazionate e complementari, alla ricerca di una nuova dimensione dell'abitare.
Tutto ciò rientra in un interesse di ricerca più complesso, teso all'esplorazione di nuove suggestioni disciplinari (come quelle derivanti dalle recenti acquisizioni del pensiero scientifico, in particolare dalla fisica del non-equilibrio - vedi Prigogine, etc.) che richiedono la revisione di alcuni paradigmi teorici del dibattito architettonico.